
Come si faceva il vino?
C’era una volta chi faceva il vino per poterlo bere semplicemente con la sua famiglia, senza venderlo ma per uso personale, un nettare di uva che veniva conservato nelle cantine delle case di campagna all’interno di enormi capasoni in argilla;
si faceva la vendemmia…
Era una festa in cui i vicini e i parenti venivano ad aiutare nel lavoro di raccolta dei grappoli d’uva; si lavorava insieme, ci si dava una mano, sicuri poi che lo stesso piacere veniva ricambiato agli altri che nei giorni a seguire avrebbero vendemmiato la loro vigna.
I filari erano ceppi alti con foglie molto verdi e quasi ci si perdeva tra di essi nel cercare di trovare i grappoli d’uva; qualche grappolo cadeva per terra nel cercare di tagliarlo, altri invece venivano mangiati soprattutto dai ragazzi più piccoli che spesso venivano a dare una mano, ma più per gioco che per reale utilità;
Era un giorno di festa più che di lavoro….lo stare insieme era la parte più bella.
Una volta raccolta tutta l’uva in tinozze, gli uomini più forti le caricavano in spalla e le trasportavano direttamente in cantina; dove di solito il proprietario di casa iniziava la preparazione della pigiatura dell’uva.
Tutta l’ uva raccolta veniva messa nel torchio; poi si entrava a turno nel torchio e si pigiava con i piedi ruotando attorno e intanto il mosto che usciva veniva raccolto nei capasoni (grossi contenitori di argilla).
Il mosto che usciva era dolcissimo (si diceva che preveniva molte malattie), lo si gustava tutti insieme.
A questo punto inziava la fermentazione del mosto in vino che avrebbe richiesto diversi giorni;
intanto si organizzava la cena con gli amici e parenti che avevano partecipato alla vendemmia; gli anziani raccontavano barzellette, storie vissute e si rideva e scherzava fino a tardi.
Il vino aveva bisogno di mesi di lavoro in cantina ,veniva filtrato e si seguiva la fermentazione.
Ogni anno era così
Oggi queste usanze ci sono ancora in certe parti della valle d’itria, ci sono giovani che sono tornati a lavorare la vigna e la campagna; ed è bello poter vedere queste ricchezze di tradizioni non perdersi.
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